Con l’acronimo ATEX (dal francese ATmosphères ed EXplosives) si vanno ad indicare delle specifiche normative antincendio europee atte a regolamentare le apparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio di esplosione, con la finalità di aumentare la sicurezza e la salute dei lavoratori che si trovano ad operare in ambienti con atmosfere esplosive.
La norma ATEX EN 60079-10-1 si concentra in particolare sulla classificazione dei luoghi dove possono potenzialmente manifestarsi pericoli derivanti dalla presenza di gas o di vapori infiammabili, Si applica quindi come base di partenza per andare a effettuare la corretta scelta ed installazione di apparecchiature da usare nei luoghi di lavoro potenzialmente pericolosi.
Come tutte le leggi, anche quelle in oggetto sono soggette a modifiche, migliorie e aggiornamenti. Tra le novità che sono state introdotte dalla normativa ATEX nel 2021 vi è una particolare metodologia, che viene descritta nel suo Allegato D, che può venire impiegata per effettuare una stima e una conseguente classificazione delle varie zone identificate come pericolose. In precedenza si era soliti utilizzare la metodologia descritta nella guida CEI 31-35, ma rispetto a quest’ultima, quella dell’allegato D è più semplice ed efficace.
Classificazione delle AREE ATEX
La classificazione delle diverse AREE ATEX, avviene seguendo una metodologia specifica e ben codificata. Per prima cosa si va ad analizzare e poi a classificare i vari ambienti di lavoro, bei quali si possono andare a formare delle atmosfere esplosive. Questo può avvenire in genere per la presenza negli stessi di gas o polveri.
Avere una corretta classificazione a riguardo aiuta non poco nella scelta, nell’installazione e nell’utilizzo delle apparecchiature che si andranno poi ad usare (in sicurezza) in questi ambienti.
La classificazione ATEX delle diverse aree o zone, tiene anche in debita considerazione le caratteristiche di accensione di gas o polveri, come ad esempio l’energia e la temperatura di accensione, o innesco, delle stesse.
Nella classificazione dei luoghi si vanno a determinare il tipo di zona pericolosa e l’estensione della stessa (per ogni singola zona).
Capire dove potenzialmente ci si può attendere un’emissione di gas o di polveri infiammabili è come ovvio assolutamente strategico, per riuscirci ci sono numerose variabili da considerare. Va valutata sempre con la massima attenzione la probabilità e anche la durata dell’emissione, oltre al suo grado. Per ogni grado di emissione, vanno poi valutati con cura i diversi fattori necessari per stabilire la base di partenza per andare in fine a valutare la presenza (o meno) di un’atmosfera potenzialmente esplosiva e anche la sua estensione spaziale.
Normativa EN 60079-10-1 e gradi di emissione
La normativa ATEX EN 60079-10-1 va a distinguere tre differenti “gradi di emissione”, nello specifico quello continuo, quello primo e quello secondo.
Il grado di emissione continuo si ha in presenza di una probabilità estremamente elevata di una potenziale emissione.
Il grado di emissione primo indica invece una situazione che potrà verosimilmente avvenire periodicamente o solo occasionalmente.
Il grado di emissione secondo può avvenire nel funzionamento normale con poca frequenza e per periodi brevi.
La probabilità che si verifichi la presenza di un’atmosfera esplosiva dipende dalla presenza di gas e dal grado di emissione dello stesso, oltre che dalla ventilazione. Si parla anche di Zona ATEX 0, 1, 2 e naturalmente anche di luogo non pericoloso, nel caso in cui ci sia una sostanzialmente totale assenza di un qualsiasi rischio.
Nel caso in cui ci siano Zone ATEX originate emissioni che si vanno a sovrapporre ci sarà una classificazione diversa e verrà applicato il criterio di classificazione più severo.
- I criteri che vanno considerati sono:
- Grado di Emissione della sorgente;
- Tipologia di diluizione;
- Disponibilità ed efficacia della ventilazione;
Ci sono apposite tabelle che aiutano a identificare le diverse Zone in base al grado di emissione e alle altre variabili da prendere in esame.